L’INVESTITURA

Il Gran Maestro con un semplice gesto della mano impose immediatamente il silenzio fra tutti i cavalierandi.
I miei 343 compagni ed io, eravamo disposti in file ordinate lungo la grande chiesa, e tenevamo un ginocchio a terra in attesa del secondo segnale di Ruota Chiodata, che non tardò ad arrivare.
A quel punto cominciammo a cantilenare i nostri voti:
“Oh, potente Cicleus, Signore di tutti i Guerrieri, ascolta la mia promessa.
Giuro che nessuna difficoltà potrà spegnere il mio ardore bellico,
giuro che combatterò qualsiasi battaglia credendo fino all’ultimo nella vittoria finale,
giuro che nessuna fatica sarà eccessiva se utile al mio miglioramento,
giuro che sarò sempre disposto a pagare in dolore contante il piacere di contribuire alla tua gloria,
giuro che nessuna battaglia sarà mai eccessiva o impossibile senza prima averne misurato di persona le difficoltà,
giuro che costruirò su ogni fallimento il mio seguente successo,
giuro che avrò cura dell’onore dell’Ordine che da oggi rappresento!
Oh, potente Cicleus, benedici questo Tuo umile servo!”
Al termine dell’invocazione calò il silenzio, e dopo qualche secondo di raccoglimento, Ruota Chiodata enunciò con voce raspante e potente:
“Cicleus, Signore della Guerra, benedici questi guerrieri! Davanti a te si sono inginocchiati dei fragili Soldati della Fede, ma ora quegli uomini sono morti. Al loro posto, per tuo volere, si levano altrettanti Cavalieri del Sacro Ordine della Nazionale Italiana Randonneur. Tutti rendiamo grazie a Cicleus!”.
E così ad uno ad uno, il Gran Maestro ci ha chiamato per consegnarci la nostra nuova corazza, tutta azzurra, come i colori del nostro Sacro Ordine, e quando è arrivato il mio turno, il Saggio Mentore indossando una faccia quasi benevola, ha detto:
“Gege sei venuto a Noi pavido e debole, ma hai fatto i tuoi chilometri, hai combattuto le tue battaglie e soprattutto sei sopravvissuto. “ e poi ha aggiunto la formula di rito: “Di fronte a me si è inginocchiato un soldato ma si rialza un cavaliere. Ora alzati e sii orgoglioso di ciò che rappresenti!”, e dopo un po’ ha aggiunto, facendo un inconsueto strappo al cerimoniale “Francamente non credevo che ce l’avresti fatta!” ed io ho risposto “Maestro, in tutta franchezza, nemmeno io”.
Ed è così che finalmente, con questo segno tangibile della benevolenza di Cicleus, ho potuto chiudere il cerchio e lasciarmi alle spalle tutti i miei dubbi e le mie perplessità, forgiando al loro posto una nuova solida identità per tutti i giorni a venire.